“Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per restare”

Dalai Lama

 

“Il turismo delle radici è il complesso delle attività e delle organizzazioni relative a viaggi e soggiorni compiuti per ricercare l’origine, la discendenza e le tracce di famiglie e di stirpi e per indagare i possibili legami di parentela, di affinità e di attinenza fra il turista e, altre persone, cose e territori” (cit).

E’ un turismo prevalentemente internazionale che si indirizza verso piccoli centri spesso sconosciuti per favorire la nascita di nuove destinazioni e contribuire allo sviluppo economico di quei territori:

  • incrementa il consumo di prodotti e l’utilizzo di infrastrutture e servizi locali;
  • è un turismo sostenibile perché non invade aree in cui il turismo ha già un impatto notevole;
  • punta a valorizzare quei piccoli centri per sottrarli all’abbandono e all’oblio;
  • mobilita risorse per la preservazione del patrimonio storico e culturale;
  • è una fonte di investimenti nei paesi di origine;
  • è una modalità per ripopolare borghi abbandonati o in via di spopolamento.

L’emigrazione è stata un fenomeno che ha contraddistinto fortemente la storia nel nostro paese: simbolo di difficili condizioni di vita e di profonde disparità sociali, ma anche elemento di diffusione nel mondo delle nostre capacità professionali e lavorative e della nostra cultura e tradizione.

L’emigrazione nel centro sud è legata alle vicende dell’unificazione di Italia, che evidenziò le notevoli disparità sociali, culturali ed economiche esistenti tra nord e sud, evidenziando la realtà meridionale come il punto più debole per la ripresa e sviluppo del paese.

Per sfuggire ad una condizione esistenziale fatta di privazioni e di miserie, masse sempre più cospicue furono costrette ad abbandonare i luoghi di origine per trovare lavoro altrove.

Gli emigrati conservano legami strettissimi con la propria cultura di origine, in quanto è forte il desiderio di rivedere o scoprire il Paese di origine della propria famiglia.

La mobilitazione di questo flusso assume rilevanza soprattutto per i figli di emigrati di seconda e terza generazione che, una volta inseriti nella comunità che li ha accolti e raggiunto un certo benessere economico, intraprendono un viaggio di ritorno alla riscoperta o scoperta delle origini delle loro famiglie.

Un viaggio indietro nel tempo per vivere l’esperienza e l’emozione di ricostruire la storia dei propri antenati, capire le circostanze sociali e storiche della loro vita, dei territori, degli ambienti, degli eventi che possono aver avuto un significato particolare, che possono aver segnato la loro esistenza, le loro scelte e il destino di coloro che sono arrivati dopo.